Con questo libro ci affacciamo in un luogo sconosciuto alla maggior parte delle persone. Leggendo questi versi e questi racconti ci addentriamo, infatti, in una profonda descrizione della malattia. Parliamo di una malattia ancora poco conosciuta: l’epilessia. Ed è un viaggio importante, perché pensiamo che sia sufficiente avere un’idea generale su un certo fatto, ma non vogliamo mai approfondire quegli argomenti che non ci appartengono.
Maria Gemma Bonanno è l’autrice che ci accompagna, con grande abilità letteraria, negli intricati cunicoli che hanno segnato tutta la sua esistenza. È un viaggio nel tempo; tracciando la storia del suo vissuto, ci fa immergere in emozioni e ricordi indelebilmente plasmati da questa patologia.
«E ti avvolge luminoso l’attimo
struggendo l’anima inquieta
costretta a vivere in bolle di vetro
quasi come dentro l’unica possibilità…»
(dalla poesia “Epilessia”)
Ma l’approccio nei confronti della malattia non è tragico, anzi. Il rapporto con l’epilessia, eterna compagna dell’autrice, è delicato, gentile. L’autrice sottolinea la sua coscienza di essere – in qualche modo – diversa dagli altri. Ed è una consapevolezza che l’ha sempre accompagnata: fin da bambina, quando questa malattia non era ancora conosciuta. Ma ci troviamo di fronte, soprattutto, una donna determinata a raggiungere il suo posto nel mondo. Le mancanze sono un peso quasi insostenibile, ma la sua forza nel perseguire il diritto a esistere prende il sopravvento.
«Mio padre era un uomo bellissimo e Don Giovanni perenne, con il disappunto e la rabbia di mia madre, anche lei bellissima, che nella sua testardaggine continuava a essere donna quasi perfetta e sempre arrabbiata. Mio fratello era più grande di me di otto anni.
Io ero lo sfogo preferito di mia madre, mi trattava come una bambola e se cercavo di ribellarmi mi toglieva il suo sorriso, o peggio, non mi guardava più. Il dolore attecchiva e ricorrevo ai ripari piangendo tra le braccia della zia che con molta pazienza cercava di mediare la pace e ricominciava la solita routine.»
(dal racconto “Il baule del nonno: epilessia caleidoscopica”)
In questo eterno cantiere di ricordi sospesi, fatto di immagini familiari, d’infanzia, di quel paese siciliano fotografato nel tempo che fu, le memorie tornano incessantemente, mentre il cammino della vita avanza inesorabilmente. È un grido di dolore, sì, ma anche un canto alla vita, alla gioia di esistere e di essere esistiti.
«Si vedeva il giardino impietrito
accumulare erba fresca di rugiada
i camici bianchi giravano imbambolati
peggio dei discorsi che si sussurravano
a voce quasi bassa e indecisa…»
(dalla poesia “Dietro le sbarre epilettiche”)
Non possiamo che ammirare l’anima di questa scrittrice che si rivela in una danza armoniosa, e ci mette di fronte a una verità universale: siamo tutti diversi, ma uguali. Uguali sentimenti, uguali prospettive, speranze, e un’identica ricerca della felicità.
«Ogni volta la mia salute peggiorava, sapevo di avere l’epilessia e che i miei malesseri improvvisi e le mie stranezze erano dovuti ad essa.»
(dal racconto “La campana di vetro epilettica”)
La poetessa definisce il suo percorso con grande responsabilità e chiarezza, in una battaglia che la porta a raccontare il proprio vissuto per avvicinare gli altri ad un mondo che sfugge tra le dita. Questa preziosa raccolta è un invito a fermarci per scoprire altre realtà a noi sconosciute. Leggiamolo attentamente, e custodiamo ogni suo verso.
«Adesso, che ho una certa età, piano piano ho ricostruito la mia campana di vetro, e ogni tanto mi riparo; ma la vita non è facile, ogni scossa, sia interiore che fisica, per me è una frattura al mio equilibrio e cerco di mantenere intera, con grandi sforzi, la mia campana di vetro. Durante un pronto soccorso, codice rosso, nell’autoambulanza sentivo i paramedici che mi pregavano di non lasciarli, ed io ero così lontana che a stento li sentivo. E non proseguirò a raccontare il resto.»
(dal racconto “La campana di vetro epilettica”)
Ci troviamo di fronte alla cruda solitudine della malattia, entrando in un mondo amaro, sconosciuto. Ogni riga e verso di questa raccolta è autobiografico. Leggendola, vivrete quella sensazione di smarrimento, la stessa che quest’autrice ha vissuto e vive sulla sua pelle da sempre. Ma ciò che non manca mai, è la speranza: nell’amore, nel bene, nella vita stessa.
Lisette Fernandez
Scrittrice e poetessa
(Caracas – Venezuela 1971 – Milano)
Epilessia autobiografica
Maria Gemma Bonanno
Prefazione: Lisette Fernandez – Orazio Maria Valastro
Immagine di copertina: Copyright © 2020 Erasmo Renzo Serretti
Vol.2 2020 Cassandra Poetiche autobiografiche
Collana diretta dal Sociologo Orazio Maria Valastro
ISBN 9791220222693
Edizioni StreetLib 2020
Epilessia autobiografica
Autore: Maria Gemma Bonanno
Prefazione: Lisette Fernandes, Orazio Maria Valastro
Editore: StretLib Edizioni
Collana: Cassandra Poetiche autobiografiche
eBook ISBN Digitale: 9791220222693
Anno di edizione: 2020
Link catalogo editore: Epilessia autobiografica
Sociologo, scrittore e autore, mitanalista e consulente autobiografico