«Sono viva, malconcia alquanto, ma viva.»
La scrittura di mia Madre è vita viva, scoperta con la sorpresa degli occhi di un figlio, seguita con stupore, accompagnata con amore e comprensione. Il desiderio di donare le sue poesie, i suoi racconti autobiografici, a lettrici e lettori attenti alla sensibilità dell’animo umano, è istintivo, autentico e puro. Con una semplicità disarmante rivela il sentimento di una donna ancora ragazza, di una donna che ama e cresce dei figli, di una donna che sperimenta la presenza incombente di un mostro intimo e un’esistenza tormentata dall’epilessia.
La scrittura di mia Madre è vita viva, spontanea e immediata, addolcisce la ritrosia o l’inclinazione a celare e tacere la condizione epilettica, esplorando un vissuto che non si lascia riconoscere da un sapere medico e scientifico. L’arte poetica e l’arte del racconto sono, nella sua scrittura, un respiro sensibile che anima un corpo a volte assente ma illuminato da infinite emozioni. Un corpo che riflette la sua vulnerabilità trasformandola nell’amore per gli altri e per la vita, nel momento in cui si rivela come tensione che non si risolve in valori narcisistici ed edonistici.
La scrittura di mia Madre è viva vita, profonda e tragica, mitigata da una sincerità sconcertante che scuote l’animo, ripristinata dalla distanza e dall’ironia con la quale crea poesie e racconti autobiografici. Quella distanza che le permette di considerare la sua storia dal di fuori per comprenderla, in modo distaccato e non giudicante, aiuta la vita a farsi comprendere.
L’ironia, inoltre, rende possibile una narrazione affettiva che va oltre la sopravvivenza fisica di un corpo malconcio, rispetto allo stato di salute fisica e mentale. Nella condivisione dei colori e delle forme di una epilessia caleidoscopica, a volte miracolante e ruzzolante, a volte carnevalesca e giostrante, si ricompone la continuità e la discontinuità della vita individuale nelle molteplici forme attraverso le quali si manifestano le contraddizioni della nostra comune esistenza collettiva.
Le assenze improvvise sono uno stato transitorio di grande turbamento, ciò nondimeno, nel prendersi cura di sé stessa, costruendo e rinnovando incessantemente la campana di vetro nella quale proteggersi dalle crisi, convoglia il flusso vitale della coscienza verso una nuova presenza poetica di sé al mondo. Il figlio che sono stato, e quello che sono diventato, ha trovato, e infine, riconosciuto nella sua viva vita, quell’energia generativa di coraggio e impegno, di indipendenza e autonomia, per la mia stessa vita.
La scrittura di mia Madre è viva vita, dove passioni discordanti si scontrano: il bisogno di stabilità nel mutare del vissuto quotidiano che ci espone al rischio di chiudersi in sé stessi, respingendo la vita stessa; e il coraggio di un ritorno meditato e consapevole abbracciando l’instabilità e la provvisorietà, la distanza imposta dalla condizione epilettica. Vivendo una lacerazione che rivela la complessità delle assenze, un vuoto da colmare con sé stessa e con gli altri, un corpo come luogo di mediazione precaria tra sé stessa e il mondo, la sua scrittura è un grande prodigio poetico che va incontro all’inatteso che sorprende e alla fugace alterazione dell’umano sentire.
Orazio Maria Valastro
Sociologo, formatore e consulente autobiografo
(Catania 1962)
Epilessia autobiografica
Maria Gemma Bonanno
Prefazione: Lisette Fernandez – Orazio Maria Valastro
Immagine di copertina: Copyright © 2020 Erasmo Renzo Serretti
Vol.2 2020 Cassandra Poetiche autobiografiche
Collana diretta dal Sociologo Orazio Maria Valastro
ISBN 9791220222693
Edizioni StreetLib 2020
Epilessia autobiografica
Autore: Maria Gemma Bonanno
Prefazione: Lisette Fernandes, Orazio Maria Valastro
Editore: StretLib Edizioni
Collana: Cassandra Poetiche autobiografiche
eBook ISBN Digitale: 9791220222693
Anno di edizione: 2020
Link catalogo editore: Epilessia autobiografica
Sociologo, scrittore e autore, mitanalista e consulente autobiografico